Con grande interesse seguo da diversi anni il lavoro creativo di Virginia Farina – fotografa, poetessa e scrittrice –  con la mostra Dal Buio curata da Sgallari Arte, si ha l’occasione di entrare in contatto con la complessità e la profondità del suo lavoro. Aperta dal 30 settembre al 28 ottobre 2023

Venerdì 13 ottobre ore 18.00 è prevista una  Visita – Laboratorio: “La meraviglia dello sguardo”

Sgallari Arte a seguito della partecipata inaugurazione della mostra Dal buio di Virginia Farina, apre il proprio spazio a un approfondimento, “La meraviglia dello sguardo”, guidato da Maria Rapagnetta e condotto con il metodo “Incontrarsi nell’arte”. I partecipanti saranno guidati ad un’osservazione attenta e introspettiva per cogliere l’essenza che si cela dietro lo sguardo di ogni volto ritratto. Ci soffermeremo ad ascoltare cosa accade sulla soglia, in questo incontro di sguardi, dando voce alle emozioni e ai sentimenti che affioreranno, per assaporarne a pieno il significato.
Invito La meraviglia dello sguardo

L’osservazione esperienziale sarà dedicata alla sezione: “Trasmigrazioni”
Gheshe Tenzin Tempel
Ven. Laura Cocitto
Celina Davila
Jack Hirshman
L’incontro è gratuito con prenotazione obbligatoria alla mail: info@sgallariarte.it
Per maggiori Informazioni: www.sgallariarte.it

Dal Buio presentazione a cura di Maria Rapagnetta
Il lavoro di Virginia Farina è stratificato e profondo, procede per livelli, l’artista cuce in uno stretto legame immagini e parole, che fanno corpo unico, si rafforzano a vicenda, dispiegando la veridicità fotografica e la potenza del pensiero poetico.

Le immagini emergono dal buio, disegnate da un filo di luce, prendono forma da qualcosa che è imperscrutabile, in un’atmosfera di misterioso silenzio. Creando una visione così essenziale, così netta, così precisa, l’artista mette a fuoco il darsi e il non darsi dell’esistenza del mondo e delle cose. La visione si intreccia alla parola, creando una circolarità in dialogo, le parole stesse incise sulla superficie fotografica, scalfiscono il buio con il segno della grafia e con il significato della poesia.

La presenza e la limpidezza dei mondi dischiusi da Virginia Farina, richiedono una riflessione. Come spettatori siamo chiamati ad attivare il pensiero e il sentimento. È impossibile restare neutri o distaccati, l’artista ci sollecita a guardare dentro e fuori di noi, come parte di un sé e come parte di un tutto. Ogni dettaglio è essenziale, se guardiamo bene, il singolo e l’umanità sono avvolti dal mistero, tutto si fa mistero intorno a noi: il profumo di un fiore, i primi raggi del sole che dissolvono la nebbia, svelando il paesaggio mattutino, un volto che abbiamo guardato tante volte e che finalmente vediamo, quando le distanze si accorciano, e ciò che prima era familiare ci fa battere il cuore. Tutte quelle volte che la realtà ci sorprende, ci balza davanti mostrando la soglia tra prima e dopo, tra ciò che era e ciò che sarà, allora percepiamo pienamente l’autenticità di queste aperture. Questo è quello che troviamo nelle opere di Virginia Farina, un incessante portarci al confine di quella soglia, un condurci verso uno spazio altro, come a sigillare una trama che ha voci antiche ma prive di patina, perché stanno accadendo ora, nell’incedere incessante di ogni passo, respiro dopo respiro, immagine dopo immagine, parola dopo parola, con una grazia e un’accuratezza tale da non esserne mai sazi.

Siedi con me nell’ombra

prima della luce

non ti offro splendore né grazia

ma uno stare nudo nell’attesa

vigili come se ogni sorsata di cielo

nel petto potesse bastare

a darci tutta la pienezza del giorno

e a renderci sensibili alla resa,

capienti abbastanza

da accogliere tutta la notte

che siamo.

Virginia Farina – Lungo Navile, alba

 

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